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Informazioni utili

I "crediti"
I ricevimenti dei docenti
Lo "studente fuori corso"
Lo "studente lavoratore"
Il calcolo della media finale
Le "prove intermedie"
Cambiare corso di insegnamento (es. da A a B, etc.)
La "frequenza" e le firme di frequenza
Le propedeuticità




I crediti

Con la riforma "Zecchino-Berlinguer" del '99 è stato introdotto nel sistema universitario un nuovo criterio: I CREDITI. Ogni esame, quindi, ha un proprio valore in crediti. Ogni credito corrisponde a 25 ore di lavoro (di cui 8,33 di lezione e 16,66 di studio a casa) … Tuttavia, come vedrete, non per tutti gli esami questo è vero; infatti, alcuni esami prevedono un numero di crediti che non corrisponde al carico di lavoro previsto dal sistema dei crediti.

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I ricevimenti dei docenti


Per l'orario di ricevimento dei docenti vi consigliamo di non fidarvi né della guida né del sito della Facoltà poiché molti degli appuntamenti previsti non corrispondono.
Perciò, se vi dovessero servire informazioni sull'orario di ricevimento dei professori andate a chiedere direttamente in dipartimento, oppure telefonate.

P.S.: se qualche professore non fa ricevimento o ritarda in maniera "deprecabile", vi chiediamo di segnalare il disagio al nostro indirizzo mail: beppealegge@yahoo.it

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Lo "studente fuori corso"

Sono considerati studenti fuori corso gli studenti che si iscrivono ad anni successivi la durata normale del corso di studi.
Ad esempio:
  • chi è iscritto ad una laurea triennale, sarà considerato fuori corso quando si iscriverà al quarto anno, ossia al primo fuori corso;
  • chi è iscritto ad una laurea specialistica (2 anni) sarà considerato fuori corso quando si iscriverà al terzo anno, ossia al primo fuori corso;
  • chi è iscritto ad una laurea specialistica a ciclo unico (Laurea Magistrale in Giurisprudenza – 5 anni) sarà considerato fuori corso quando si iscriverà al sesto anno, ossia al primo fuori corso.
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Lo "studente lavoratore"

Dopo più di un anno di lotte estenuanti, il Senato Accademico ha approvato il regolamento che individua la figura dello studente lavoratore e che gli garantisce agevolazioni. L’Ateneo ha finalmente riconosciuto lo studente-lavoratore come degno di tutela grazie al nostro impegno sia nel Consiglio degli Studenti che nel Senato Accademico stesso.

Egli avrà diritto a:
  • 2 appelli straordinari (uno nel primo e l’altro nel secondo semestre) durante i periodi di attività didattica in aula o laboratorio;
  • concordare con i docenti un orario di ricevimento straordinario;
  • modalità ridotta o alternativa dell’obbligo di frequenza secondo le indicazioni stabilite da ogni corso di studio.
Queste agevolazioni sono estese anche agli studenti genitori con figli di età inferiore agli otto anni.

Cosa si intende per "studente lavoratore"?
Per studente lavoratore si intende:
  • chi svolga una attività retribuita per conto di privati, comprese le società cooperative, o di enti pubblici;
  • chi svolga una attività di co.co.co o co.co.pro;
  • chi svolga una attività di lavoro autonomo con titolarità di partita IV A ed attesti di svolgere effettivamente tale attività;
  • chi svolga attività d'impresa di tipo commerciale, o artigianale, o agricola.
La condizione di studente lavoratore deve essere documentata con iscrizione all'Istituto previdenziale, all'ufficio IVA o alla Camera di commercio, ovvero auto-certificata con indicazione specifica dei seguenti dati:
  1. indicazione del datore di lavoro e indicazione della relativa iscrizione all'Istituto previdenziale;
  2. indicazione del soggetto con cui si svolge un'attività di collaborazione coordinata o continuativa e indicazione della relativa iscrizione all'Istituto previdenziale;
  3. indicazione della partita IVA in caso di svolgimento di lavoro autonomo;

Come possiamo godere dello status di studente-lavoratore?

E’ necessario presentare documentazione o auto-certificazione [che verrà predisposta dall’Ateneo] con indicazione specifica del datore di lavoro e della registrazione presso l’ente previdenziale.



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Il calcolo della media finale

Nel seguente modo:
  1. Sommare i voti di tutti gli esami e dividere il risultato per il numero di esami sostenuti. (La lode equivale a 31).
  2. Prendere il risultato e moltiplicarlo per 110
  3. Dividere il tutto per 30.
  4. Il risultato è il punteggio di partenza a cui va aggiunto il punteggio della prova finale.
In sede di calcolo della media, il voto più alto e il voto più basso, se conveniente per lo studente, non verranno considerati.
Nel computo del numero degli esami non si terrà conto di eventuali esami relativi alle attività a libera scelta dello studente.

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Le "prove intermedie"

In generale, e per Scienze Giuridiche e Diritto Applicato:
Il docente, a propria discrezione, può scegliere di "spezzettare" l'esame in due o più parti, quindi di far sostenere delle prove durante il corso, sia in forma scritta che orale. A tali prove possono partecipare gli studenti frequentanti e non (per questi ultimi la prova può essere diversa, in base al programma d'esame). Il docente deve indicare nel programma d'esame se prevede di far svolgere le prove in itinere, ma per maggiori informazioni è meglio sentire in dipartimento.

Per gli esami della LAUREA MAGISTRALE IN GIURISPRUDENZA.
Per ciascun anno accademico l’attività didattica del corso è articolata su due semestri, secondo le modalità stabilite in sede di programmazione didattica annuale.
Gli insegnamenti cui è attribuito un numero di crediti inferiore a dieci sono impartiti in un unico semestre.
Gli insegnamenti con numero di crediti superiore a nove sono suddivisi in due semestri; al termine del primo semestre i crediti relativi al primo possono essere immediatamente acquisiti previo superamento di una prova intermedia, che può essere svolta in forma scritta o orale.
Lo studente ha facoltà di optare tra due distinte prove, fissate a distanza di almeno trenta giorni l’una dall’altra.
La relativa valutazione è immediatamente verbalizzata mediante giudizio idoneativo. In questo caso il superamento dell’esame finale permetterà l’acquisizione dei soli crediti attribuiti al secondo modulo.
In caso di rinuncia o di mancato superamento della prova intermedia, l’acquisizione dei crediti complessivamente attribuiti all’insegnamento, comprensivo del primo e del secondo modulo, coseguirà al superamento di un unico esame finale.

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Cambiare corso di insegnamento (es. da A a B, etc.)


Gli studenti che, per gravi e comprovati motivi, intendano effettuare un cambiamento del corso di insegnamento, debbono inoltrare al Preside apposita domanda almeno 15 giorni prima dell’inizio del semestre in cui l'insegnamento viene impartito.
Gli studenti che intendono, invece, cambiare commissione di esame devono farne richiesta al Preside. La domanda deve essere corredata dal parere favorevole dei professori titolari dei corsi interessati.

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La "frequenza" e le firme di frequenza


Molti docenti avevano, e hanno tuttora, l'abitudine di prendere le firme di frequenza, strumento utilizzato per costringere gli studenti a seguire le lezioni, promettendo un trattamento migliore in sede d'esame (spesso non attuato...). A luglio 2003 è passato, in Senato Accademico, il principio per cui la frequenza, nella facoltà di Giurisprudenza, è libera.
Da allora le firme di frequenza sono VIETATE.
Se qualche docente dovesse chiederle, vi preghiamo di segnalarcelo, in modo da far cessare del tutto un fenomeno che va contro il principio di uguaglianza tra frequentanti e non, senza rispettare una delibera del più importante organo di governo dell'ateneo.

Vi consigliamo comunque di seguire il più lezioni possibile, perchè seguire vi aiuterà nella comprensione delle materie e nel loro approfondimento, nonché nella conoscenza dei vari docenti.

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Le propedeuticità

La propedeuticità indica il fatto che, per poter sostenere un dato esame, se ne debba prima superare un altro, detto appunto "propedeutico": questo perchè quest'ultimo fornisce nozioni essenziali per la piena assimilazione del contenuto di quello successivo, e quindi per il suo superamento.

Sia i vari corsi di laurea, sia il sistema degli esami opzionali, seguono il metodo della propedeuticità: alcuni esami, dunque, potranno essere sostenuti solo se si sono superati uno o più altri esami.
Ad esempio: gli studenti della Laurea Magistrale che si trovassero a dover sostenere l'esame di Storia del Diritto I dovrebbero prima assicurarsi di aver sostenuto Diritto Privato I, che è propedeutico al primo; stesso discorso per Diritto del Lavoro I, che deve essere necessariamente preceduto dal superamento di Economia Politica e Diritto Privato I; i ragazzi di Diritto Applicato, per poter sostenere Diritto Penale, dovranno prima superare Istituzioni di diritto privato e Istituzioni di diritto pubblico; l'opzionale di Diritto internazionale privato può essere sostenuto solo se si sono prima superati Diritto Internazionale e Diritto Privato II.
E così via.

Qui l'elenco delle propedeuticità corso per corso, inclusivo degli opzionali.

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